|
Scie di arancio, fuori casa tra le foglie che abbiamo la fortuna di vedere in tutte le sfumature autunnali possibili, e in casa, dove non resisto e le inseguo con la macchina fotografica, anche quando il caffè sta bruciando o c'è qualcosa di più urgente da fare. Cioè sempre.
|
Bello tornare qui, bellissimo. La mia professoressa di "Teorie della traduzione" una volta, sulla porta, mi ha detto una cosa tanto semplice quanto preziosa (non avevo preparato al meglio un passaggio importante): "non bisogna mai, mai pendersela con sé stessi per non aver fatto qualcosa o per non averlo fatto bene quanto speravamo. Significa solo che abbiamo fatto qualcos'altro". Qualcos'altro di meritevole, o di buono, si spera. E lei, con quell'espressione ironica e molto intelligente, lo intendeva di sicuro, alludendo all' assoluta necessità di valutare il peso delle cose fatte e del loro valore. Mia zia, peraltro un uragano di energie e positività, più semplicemente ancora dice: "eh, tutto non si può fare!". Ed è ben così. Penso che prima ce ne rendiamo conto e meglio stiamo. Insomma, torno spesso su questo punto, coi pensieri: alla necessità di saper lasciare andare, anche. Oltre a tutti i buoni propositi, progetti, routine ed efficienze che certamente ciascuno mette in pratica.
Dunque. Cosa ho fatto, io, per non essere stata qui? Devo dire: tanto. E bello.
- Ho ricreato, con impegno e non pochi ragionamenti, una buona routine familiare con l'inizio di due grandi avventure per due piccole bimbe, che hanno cominciato la materna e la scuola. Devo dire che l'adattamento che ha richiesto più attenzione è stato soprattutto quello emotivo: più di tutto il cercare di mantenere dei ritmi lenti quanto più possibile e delle giornate tranquille malgrado gli orari molto rigidi e gli impegni strutturati. Sono soddisfatta, sì, ma ci sono ancora un sacco di cose da migliorare.
- Ho iniziato a nuotare tre sere a settimana, in un misto di fatica e pigrizia organizzativa ma di grandissimo beneficio emotivo e fisico, azzerando del tutto i sensi di colpa in occasione di super merende a base di torte o brioches specialissime di un pasticcere geniale amico di mio papà, che mi concedo nei famosi tre giorni. Ed anche negli altri, a dirla tutta.
- Ho ripreso a leggere tanto, di gusto: tanti libri affianco al letto, tanti che mi aspettano nella lista "libri" del piccì.
- Abbiamo viaggiato, dopo diversi anni in cui non avevamo potuto farlo: Austria e Londra (di cui le immagini della torta sotto rappresentano una delle tante ispirazioni e idee che mi ha lasciato). Foto di Londra verranno, qui.
- E, in generale, ho usato poca tecnologia, un po' frastornata com'ero da what's up (bella e terribile invenzione) e dalla blogsfera, tanto interessante quanto prorompente e incontenibile. Insomma: avevo bisogno di uno spazio off-line. Ed è stato rigenerante, nella misura in cui ho avuto modo di essere molto meno distratta. E, ogni tanto, ci vuole.