Allora. C'era un tempo, lontano ma c'era, in cui mi sentivo coraggiosa. Tutta d'un pezzo. E per anni, me lo ricordo bene, mi vantavo apertamente di non aver paura di nulla e d'essere una col "pelo sullo stomaco", come direbbe mia mamma.
E invece, non so davvero attraverso quali processi - consapevolezze - acquisite responsabilità - piccoli traumi - eccessi di informazione e di curiosità - so che oggi ho molte paure. Qui non me ne vanto, certo, ma neppure me ne vergogno. Per fortuna ci convivo bene, con consapevolezza e ironia, che anche con le mie paure mi salva, perché mi permette di riderne con gli amici e qui in casa, di farmi sempre mettere in mezzo volentieri per prese in giro e racconti comici che io stessa metto in atto ad aperitivi e cene collettive. Ecco cosa è comico di me: le mie paure e, malgrado il carattere inizialmente schivo e riservato, la tendenza inspiegabile a fare figure di cacca colossali. Ma questa è tutta un'altra storia che merita d'essere trattata, e anche lei derisa, a parte.
Le paure, dicevo. Qui stasera ho voglia di dare voce a tutte loro, vedermele scritte lì, una in fila all'altra. E chissà che qualcuna non riesca a superarla, almeno un po'.
- I calabroni. I calabroni per me sono il MALE. Di cosa ho paura: che mi pungano, facendomi sentire un dolore terribile, che mi procurino una reazione allergica gravissima e che io, troppo lontana dal pronto soccorso, muoia. Uccisa da un calabrone in mezzo ad un bosco. Oddio. Questa è la paura che più mi fa uscire di senno e per la quale faccio un vero e proprio show, ogni volta. Vedo un calabrone e, in ordine sparso: piango- strillo- corro - batto i piedi a terra - salgo in braccio a F.Mio, che in queste fasi tra l'altro non mi sopporta e che se siamo con amici non mi sopporta e si vergogna pure. Per dire: una volta c'era un calabrone in macchina ed io piangendo sono uscita chiudendo la portiera con dentro il calabrone ed una delle bimbe.
- Le vipere. Amo camminare in montagna, la natura, l'aria buona, è una cosa che sogno da settembre a giugno ma da qualche anno ogni mia escursione è accompagnata dalla sensazione che una vipera possa sbucare all'improvviso da qualche cespuglio, sasso, legno, curva. E' lì, si annoia e aspetta solo me.
- Prendere l' aereo: semplicemente ho paura di cadere giù. Qui, è superata già in partenza, perché mi è inconcepibile avere limitazioni nel viaggiare. Dunque: un po' di Lexotan. Viaggio mezza drogata e buonanotte: arrivo a destinazione tranquilla e beata, anche se F.Mio si vergogna nuovamente di me.
- Le tracine: quei pesci con la spina sul dorso nascosti nella sabbia. Qui è successo che mio cugino, ex giocatore di rugby, uomo tutto d'un pezzo, è stato punto anni fa e mi ha raccontato (maledetto) di aver pianto coi lacrimoni stile Hello Spenk. Ecco: questo mi ha fatto scattare un orrore senza fine. Risultato: in spiaggia sono la donna meno stilosa del pianeta. Tendo ad arricciare il naso al sole, metto protezione 50 e faccio il bagno solo con delle ciabattine stile Acquagym, in difesa del "mostro" marino. Questa è la paura che mi pesa di più, pur non essendo forse la più grave. Il fatto di non essermi più concessa di sentire le dita dei piedi affondare nella sabbia. Questa voglio superarla.
Guidare in autostrada da sola: guido bene, da sempre e mi piace tanto, mi fa sentire libera e indipendente, per quanto banale sia. Eppure, da tempo ormai, l'idea di guidare in autostrada tutta sola mi crea panico e, inconsapevolmente, faccio sempre in modo che ciò non accada.
L'uomo nero: il ladro, un pochino, ma soprattutto lui, il maniaco. Forse noi tutte donne ci sentiamo fragili in questo. Forse a nessuna piace camminare la sera da sola. Io se rientro a casa e c'è un tipo che mi mette in allerta (probabilmente solo un povero cristo che rientra a casa come me) faccio cose buffe, anche qui. La più Veronicosa delle quali è prendere il telefono e far finta di telefonare a F.Mio, oppure chiamarlo davvero, dicendo "ah, che bello stai arrivando", mentre lui è sul divano in pigiama.
Inoltre non posso guardare "Quarto grado", per mia fortuna direi, perché se scioccamente-morbosamente mi soffermo, ed è capitato, cammino veloce al buio in casa sino a quando salto sul letto come quando ero piccola, per non inciampare in qualche fantasma nel tragitto.
E voi? Che paure avete? E che rapporto avete con le vostre paure? Faticate ad ammetterle? Ci ridete su per rimpicciolirle ? Cercate di superarle? E se sì, ci riuscite? Mi piacerebbe tanto sentirne qui, in forma di commento, oppure leggere un vostro post a tal riguardo.